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25 novembre 2009 3 25 /11 /novembre /2009 22:53

روما- 18 نوفمبر2009- من المنتظر أن يختار مواطنو ميلانو الربيع القادم ادارة محلية جديدة، ومن المتوقع أن يجد حزب جديد مكون من المهاجرين – الذين حصلوا على الجنسية الايطالية - مكانا له بين قوائم المرشحين.

 من بين المؤيدين لقيام هذا الحزب هناك عبد الحميد الشعري رئيس المركز الثقافي الاسلامي الكائن في شارع جينر، ولكنه في الوقت نفسه ينفي أن يكون هذا الحزب قائما على أساس ديني أو عرقي.

في هذا الصدد، قال الشعري" هذه ليست قائمة اسلامية او عرقية ولكن قائمة مدنية تضم أو تحاول ان تضم كل المهاجرين من خارج الاتحاد الاوربي من كل دين ولغة الذين يعيشون ويعملون في ميلانو. وهي مبادرة بعيدة عن المساجد والمركز الثقافي الاسلامي وكل ما يتعلق بالدين الاسلامي او غيره من الأديان".

واستطرد موضحا أن هذا الحزب الجديد يحاول تفعيل دور الأجانب في ميلانو وأن يدافعوا بأنفسهم عن حقوقهم ومن المتوقع أن تركز مطالبنا على قضايا تصريح الاقامة وحق والتصويت والجنسية. هذه المبادرة لم تعجب احزاب اليمين الوسط.

من ناحيته، يري ستيفانو ماولو رئيس حزب الديمقراطي الليبرالي عن منطقة لومبارديا" انه اختيار شرعي ولكن اذا كان الهدف هو دمج المهاجرين في النسيج الاجتماعي، ومن الواضح ان مبادرات مشابهة ينتهي بها الحال من اجل وضع الالغام في تلك العملية".

من جانبه، السكرتير الاقليمي لرابطة الشمال في منطقة مارتيزانا، ماركو رونديني يتحدث على العكس عن نوع من " التحريض، لان المهاجرين لا يتمتعون بحق التصويت في ايطاليا وأن فكرة انشاء هذا الحزب تحيط بها الشكوك لاسيما الغرض الاساسي من تأسيسه".

الفيو باسكا

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23 novembre 2009 1 23 /11 /novembre /2009 00:09
Ricongiungimento familiare: una circolare del Ministero dell’interno fa chiarezza sui requisiti per l’idoneità degli alloggi.
I Comuni potranno applicare i parametri di un decreto del 1975. Per ogni abitante sarà sufficiente una superficie abitabile non inferiore a 14 mq, per i primi 4 abitanti, e 10 mq, per ciascuno dei successivi.


Il Ministero dell'interno - Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione - Direzione centrale per le politiche dell'immigrazione e dell'asilo, con circolare del 27 agosto 2009 n. 4820 ha fornito alcuni chiarimenti in ordine alla corretta applicazione delle procedure di ricongiungimento familiare come modificate dalla legge n. 94 sulla “sicurezza pubblica”. In particolare, precisato che la nuova norma ha soppresso il riferimento ai parametri stabiliti dalle legge regionali in materia di edilizia residenziale pubblica, prevedendo ora che lo straniero che richiede il ricongiungimento familiare debba dimostrare la disponibilità "di un alloggio conforme ai requisiti igienico sanitari, nonché di idoneità abitativa, accertati dai competenti uffici comunali", il Ministero ha invitato gli sportelli unici delle prefetture ad acquisire, per le istanze presentate a far data dall'entrata in vigore della nuova normativa, un certificato rilasciato dalle autorità comunali che attesti entrambi i requisiti.
Per evitare interpretazioni differenti da parte dei comuni, il Ministero ha ora ulteriormente precisato con la circolare del 18 novembre che gli stessi, nel rispetto della loro autonomia, nel rilasciare la certificazione relativa all’idoneità abitativa, potranno fare riferimento al
decreto 5 luglio 1975 del Ministero della sanità che stabilisce i requisiti igienico-sanitari principali dei locali di abitazione ed i requisiti minimi di superficie degli alloggi, in relazione al numero previsto degli occupanti.
Tali requisiti, come prescritti dal decreto del 5 luglio 1975, sono coerenti con la direttiva Ue in materia di ricongiungimento familiare che assegna alla legge nazionale il compito «della verifica della disponibilità di un alloggio considerato normale che corrisponda alle norme generali di sicurezza e di salute pubblica in vigore».
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21 novembre 2009 6 21 /11 /novembre /2009 21:24
Roma, 21 novembre 2009 - "La partecipazione al voto amministrativo è una forma di integrazione. Attenzione però a non pensare di partecipare con liste di tipo etnico. Si riproporrebbe un modello che è già fallito altrove".

Così durante una lectio magistralis sui diritti umani in Campidoglio Gianfranco Fini si è rivolto agli stranieri presenti in platea.

Poi il presidente della Camera è tornato a respingere l'idea che dare il voto agli immigrati equivarrebbe a consegnare la loro preferenza agli avversari politici. "Come si fa a dire votano tutti a sinistra? Come si fa ad esprimersi in questo modo? Voterete per chi vorrete e per chi dice delle cose che voi condividete". "A meno che c'e' qualcuno che pensi che garantire i diritti civili sia prerogativa esclusiva di una parte politica. Be', quel qualcuno - ha sottolineato Fini - con me non andrà mai d'accordo.
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20 novembre 2009 5 20 /11 /novembre /2009 21:42
Roma, 20 novembre 2009 - Nel terzo millennio "detenere il sapere e' piu' importante che possedere il petrolio". La conoscenza e' uno strumento di emencipazione sociale e un formidabile mezzo per l'integrazione.

Il presidente della Camera Gianfranco Fini è tornato a parlare di immigrazione, vista stavolta da un'altra angolazione: "conoscenza, ricerca e innovazione - ha detto Fini intervenendo alla presentazione in Italia del rapporto di ricerca 'Europa: proposte di liberta'', elaborato dalla fondazione Faes, presieduta dall'ex premier spagnolo Jose' Maria Aznar - sono benzina buona da mettere nel motore dell'Europa".

"Di immigrazione - ha aggiunto il presidente dalla Camera, alludendo alle polemiche dei giorni scorsi con la Lega Nord - come abbiamo visto, se ne parla tutti i giorni e non sempre si leggono commenti appropriati". L'obiettivo, ha insistito, e' l'integrazione che puo' essere favorita anche dalla cultura. "La conoscenza - ha continuato - e' un formidabile ascensore sociale". Esiste il rischio, non troppo remoto anche in Italia, che si riproduca la dinamica delle 'caste', intesa come un eccesso di rigidita' nella mobilita' sociale. "No ai paria europei", ha infatti sentenziato il presidente della Camera riferendosi ai tanti immigrati che vivono, lavorano e producono ricchezza nel nostro Paese e che tuttora faticano a integrarsi.
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19 novembre 2009 4 19 /11 /novembre /2009 21:13

Il problema dell’immigrazione non si risolve con le battute e le polemiche di giornata: lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini, replicando indirettamente al leader della Lega Umberto Bossi. Intervenendo alla Camera ad un dibattito con il finanziere-editore Tarek Ben Ammar e con il vicecapogruppo del Pdl Italo Bocchino, Fini ha detto di «condividere al cento per cento» la proposta di una cittadinanza «di qualità» avanzata da Bocchino (che prevede si possa fare domanda dopo cinque anni in Italia, ma ci si debba poi sottoporre a corsi di lingua e di educazione civica, ad esami e alla fine anche al giuramento da cittadino dinanzi alla bandiera italiana). Fini ha sostenuto che l’Italia «che non ha un passato coloniale ma una storia di emigrazione», dovrebbe «riflettere a fondo su cosa significa integrazione». Su questo tema, «si può liquidare tutto con la battuta ’lasciamoli a casà ma non risolve il problema perché gli immigrati ci sono e ce ne saranno sempre di più».

Diritto di voto alle elezioni comunali e circoscrizionali per gli extracomunitari residenti in Italia da almeno cinque anni. È quanto prevede la proposta di legge bipartisan presentata alla Camera da esponenti dell’opposizione e della maggioranza ad esclusione della Lega. L’iniziativa legislativa è stata presentata oggi a Montecitorio da Walter Veltroni, Salvatore Vassallo del Pd, Flavia Perina e Fabio Granata del Pdl, Leoluca Orlando dell’Idv e Roberto Rao dell’Udc. Una proposta, ha spiegato Veltroni, dietro alla quale «non ci sono ragioni politiche, ma solo il rispetto del ruolo del Parlamento», e che «risponde ad una priorità nell’affrontare i temi dell’immigrazione: quella di garantire inclusione e responsabilizzazione». «È indispensabile -ha aggiunto Veltroni- evitare che si crei per gli immigrati che risiedono regolarmente nel nostro Paese una condizione di "estraneita" che può portare alla separazione e all’antagonismo».

Fabio Granata, già oggetto di critiche da parte della Lega e non solo per la proposta firmata "in coppia" con il deputato del Pd Andrea Sarubbi sulla cittadinanza "breve", e Flavia Perina, direttore de "Il Secolo" e tra i primi firmatari della proposta sul voto agli immigrati, hanno respinto gli addebiti per l’iniziativa bipartisan che vede nettamente contrario il Carroccio: «Ci sono -ha replicato Perina- grandi partite nazionali dove non è possibile criminalizzare o usare schemi di schieramento. Sarebbe sbagliato considerare il tema del voto agli immigrati, pur all’interno di regole ben definite, come un tabù per la politica italiana. E non ci sentiamo "extraterrestri": nei grandi partiti, come il Pdl, c’è l’avanguardia politica, c’è il "corpo" del partito, e poi c’è la retroguardia politica. Noi ci sentiamo nella prima di queste categorie».

Umberto Bossi non usa metafore per chiarire la sua contrarietà all’iniziativa bipartisan per il voto agli immigrati: «Non siamo d’accordo sulla proposta. Per la Lega la via giusta è che devono essere mandati a casa loro. Non c’è lavoro neanche per noi, figuriamoci per loro». Poco prima il presidente dei deputati Roberto Cota aveva definito«La concessione del diritto di voto agli immigrati un’idea tipicamente di sinistra. Noi, ovviamente, siamo fermamente contrari perchè siamo coerenti rispetto agli impegni presi con chi ci ha votato». Duro anche il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto«È inaccettabile che su un tema così delicato quale quello riguardante il tema della concessione del voto alle elezioni amministrative agli immigrati residenti in Italia da cinque anni alcuni colleghi appartenenti al gruppo del Pdl abbiano preso l’iniziativa di presentare un disegno di legge firmato con esponenti di tutti i gruppi dell’opposizione, senza che la presidenza del gruppo sia stata minimante interpellata e tenendo conto che questa proposta non è contenuta nel programma di governo».
OMA
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16 novembre 2009 1 16 /11 /novembre /2009 12:41
Il logo di 'mandasoldiacasa'Tutte le informazioni su come mandare i propri soldi nel Paese d'origine sono adesso disponibili on line sul sito www.mandasoldiacasa.it presentato il 9 novembre scorso al ministero delgi Affari esteri nel corso della Conferenza internazionale sulle rimesse.

Il sito, che ha tra i suoi promotori l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), nasce per garantire chiarezza e completezza delle informazioni sulle rimesse - i costi, i tempi delle rimesse, i vari operatori - realtà importante per gran parte degli immigrati che vivono e lavorano in Italia e per le loro famiglie d'origine.

Il nuovo spazio on line offre dati sul volume delle rimesse, dall'Italia e dal mondo, una banca dati sulle iniziative a favore dei migranti, comprese le opportunità di finanziamento, una sezione interamente dedicata a consigli su come gestire e risparmiare il denaro e, soprattutto, consente di comparare in piena trasparenza i costi di invio.

Su questo aspetto è allo studio una 'road map' per stabilire tempi e modi di riduzione: l'obiettivo della Farnesina è portare i costi nell'arco di 5 anni dall'attuale 10% al 5% sulla somma inviata.
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15 novembre 2009 7 15 /11 /novembre /2009 12:59

Un problema che attualmente affligge l’Italia è senza dubbio quello dell’immigrazione. È irrilevante che si tratti di immigrazione autorizzata o clandestina, il problema è analogo: ci sono comunque queste masse di persone di nazionalità, cultura, religione diversa dalla nostra che vengono in Italia speranzosi di trovare delle condizioni di vita migliori di quelle che hanno lasciato partendo.
La presenza di tutte queste persone estranee al contesto sociale politico culturale (ecc.) locale causa pericolose tensioni sociali: dalle più banali forme di emarginazione sociale e
discriminazione razziale, alla nascita di movimenti xenofobi, alla stilatura in parlamento di leggi prive di senso come la Bossi-Fini, alla creazione di comunità di immigrati che volontariamente si richiudono nel loro mondo annullando così ogni possibilità di integrazione. Inutile negare poi che tra i molti che giungono in Italia una percentuale rilevante contribuisce ad incrementare i disordini e la criminalità, spesso anche raggruppandosi in bande e organizzazioni criminali. Non meno rilevante è l’effetto sull’economia, certo, molto spesso gli immigrati sono destinati a lavori umili, quei lavori (come si ripete spesso) che gl’italiani non vogliono più fare; ma in molti casi proprio questa loro disponibilità ha provocato la perdita del posto di lavoro per gli italiani stessi, alimentando così il clima di intolleranza e spesso di razzismo.
Ma se ce ne ricordiamo bene c’è stato un periodo nella nostra storia in cui noi (o i nostri padri, nonni, bisnonni) siamo stati il marocchino, il cingalese, l’albanese, lo slavo, l’armeno dei giorni nostri. Non certo in Italia ma negli Stati Uniti e negli stati più ricchi d’Europa. Dalla fine dell’ottocento fino agli anni sessanta del novecento ci sono stati
flussi migratori di italiani che partivano in cerca di fortuna. E la nostra situazione sociale non era certo molto diversa da quella degli extracomunitari di oggi. Anche noi eravamo mal visti ed emarginati all’estero. Anche noi eravamo costretti a svolgere i lavori più umili all’estero, anche noi eravamo sfruttati, maltrattati, umiliati, dai padroni di lavoro. Inoltre allora come oggi era alto il razzismo e l’emarginazione sociale per quegli immigrati italiani che molto spesso (come ancora oggi accade) venivano associati alla delinquenza alla mafia. E soprattutto le condizioni di vita dei nostri immigrati erano pessime, molto peggiori di quelle degli immigrati odierni. Basti pensare a come si viveva in America Latina (a fianco degli schiavi neri nelle piantagioni) oppure nei ghetti delle periferie delle grandi città negli USA, oppure nelle miniere francesi, tedesche, olandesi dove per qualche soldo si sfidava giornalmente la morte in strutture dove le norme di sicurezza erano solo un lontano ricordo.
Come è stato possibile però che hai giorni nostri si sia registrato una così improvvisa inversione di tendenza. O meglio, come è stato possibile che l’Italia da terra di emigranti si sia trasformata solo nel corso di un secolo in meta dell’immigrazione? Il merito di questa inversione si deve ricercare nello sviluppo che l’economia italiana ha incontrato negli anni sessanta del novecento, con il boom economico non è stato più necessario andare all’estero per cercare condizioni di vita migliori, perché le condizioni migliori stavano iniziando a esserci anche in Italia stessa. Lentamente, questo processo di industrializzazione di massa e di crescita economica, ha portato lo stato ad appianare almeno in parte, il divario accumulato con le altre potenze durante le guerre e le crisi della prima metà del secolo. Nella seconda metà del secolo, l’Italia ha raggiunto un progresso economico tale, da far nascere nei paesi non ancora sviluppati il desiderio di cercare condizioni di vita migliori nel nostro paese. L’inversione di tendenza spiegabile quindi con la classica legge dei corsi e ricorsi della storia.
Ma Il flusso migratorio verso l’Italia non durerà per sempre. Poiché si tende a migrare sempre verso un posto che appare come migliore, quando i paesi da cui provengono gli immigrati si saranno sviluppati e avranno raggiunto un grado di sviluppo economico pari al nostro, l’immigrazione cesserà spontaneamente, allo stesso modo di come è avvenuto per gli italiani. Nel frattempo è inutile insistere in politiche xenofobe, razziste, o di sfruttamento. Sarebbe più utile e costruttivo creare le condizioni necessarie affinché i paesi stessi da cui parte l’immigrazione raggiungano il livello di sviluppo europeo rendendo a quel punto non necessaria la loro emigrazione.
E comunque, non è detto che una società mista e multirazziale debba essere peggiore di una società omogenea unirazziale, anzi può avere pregi e difetti.
Perché così come nel mondo fisico (in natura) anche nella società umana ogni cosa nasce da una differenza (nel nostro caso tra individui appartenenti alla stessa società), perché è proprio per colmare un dislivello che quasi sempre si agisce, e agendo in questo senso si tende al miglioramento della società stessa, più un sistema è variamente composto, più ci sono possibilità che al suo interno avvengano dei cambiamenti, sta poi al sistema fare in modo che questi cambiamenti tendano a migliorarlo anziché a distruggerlo.
L’immigrazione può essere quindi vista come un pericolo? No, può essere invece un momento di crescita, perché non bisogna dimenticare che la maggioranza di chi emigra lo fa per lavorare (e in fin dei conti al contrario di quel che si dice questi soggetti sono la maggioranza), e chi lavora genera ricchezza, generando ricchezza in certo qual modo migliora la vita di tutti gli appartenenti al sistema. L’esempio più eclatante di ciò è senza dubbio la variegata società americana, composta in massima parte da immigrati di quasi tutti i paesi del mondo. Il successo dell’economia americana è dovuto in parte anche all’influenza degli italiani che a milioni vi sono migrati in cerca di fortuna.
Quindi sì all’immigrazione, ma solo se con controlli più efficaci di quelli attuali, e con leggi più efficaci per i delinquenti e più umane per chi migra qui solo per lavorare. Perché troppo spesso la necessita di lavorare degli immigrati viene sfruttata a vantaggio di
imprenditori disonesti che abusano della abbondante mano d’opera.
Si necessita quindi di leggi più chiare e migliori per regolare il flusso migratorio, non provvedimenti come la Bossi – Fini, che non si può chiamare di certo “legge”.
Inoltre c’è una riforma che non dipende dallo stato, ma da noi stessi, ed è l’apertura verso culture diverse dalla nostra, che a volte possono spaventare ma con cui bisognerà imparare a convivere, dato il futuro dell’economia italiana, a quanto pare, passerà anche da lì.

 

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12 novembre 2009 4 12 /11 /novembre /2009 22:29
      Roma – 12 novembre 2009 - Il ministero dell’Interno fa l’appello tra le associazioni degli immigrati.

L’idea, spiega un avviso del Dipartimento Immigrazione, è la costruzione di un “Forum”, dove le associazioni potranno incontrare le istituzioni e altri enti che si occupano di immigrazione. Prima, però, bisogna mettere qualche punto fermo in un universo costellato di iniziative spesso precarie, che possono nascere e morire nel giro di pochi mesi.

Di qui l’idea di un censimento volontario di "tutti i soggetti che raggruppano stranieri, in qualunque forma associativa", anche quelli che non sono già iscritti nel registro istituito dal Testo unico sull’immigrazione. Chi vuole segnalarsi, può farlo entro il 21 novembre compilando una scheda e inviandola per e-mail a
forumassmigr.DLCI@interno.it Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo

Tra i dati da inserire ci sono il numero di associati, le procedure di adesioni, i settori di intervento e i servizi offerti. L’associazione può poi indicare se partecipa ai lavori dei consigli territoriali per l’immigrazione,  i suoi rapporti istituzionali ed eventuali riconoscimenti pubblici ricevuti.

Scarica

L’avviso del ministero dell’Interno


La scheda di rilevazione

EP

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11 novembre 2009 3 11 /11 /novembre /2009 22:28

Roma – 11 novembre 2009 - È nato il primo partito islamico di Spagna. Fondato da Mustaf Barrach, giornalista  marocchino e professore di arabo a Granada, si propone di pescare voti tra i quasi 1.300.000 musulmani che risiedono nel Paese.

Il Partito Rinascimento e Unione di Spagna (Prune) spiega nel suo bollettino interno che “terrà conto dell’Islam nella sua azione politica, considerandolo un fattore  determinante per la rinascita morale ed etica della società spagnola”, assicura il suo attaccamento alla Costituzione e il rifiuto del terrorismo come mezzo di lotta politica.

La prima sfida del Prune saranno le elezioni amministrative del 2011, sempre che per allora i suoi potenziali elettori abbiano la possibilità di andare alle urne. In Spagna infatti possono votare alle amministrative solo i cittadini extracomunitari di Paesi che hanno accordi di reciprocità con Madrid, e per ora il governo Zapatero non ha firmato intese di questo tipo con paesi a maggioranza islamica.

Shaari
: “Ghettizzante”
L’idea del partito musulmano non convince Abdel Hamid Shaari, presidente dell'Istituto culturale islamico di viale Jenner, a Milano: "In Italia noi preferiamo parlare di una lista civica composta da extracomunitari con alcuni italiani che vogliono aderire ai nostri punti programmatici – dice  - Ritengo sbagliato fare un partito islamico perchè ci confinerebbe in una zona ghettizzata della politica”.

La lista civica verrà presentata alle prossime elezioni comunali. Shaari spera che intanto arrivi una legge per il voto degli immigrati, ma dice che "in caso contrario ci candideremo lo stesso, pur sapendo di prendere pochi voti".

"Il nostro principio è quello di sensibilizzare e responsabilizzare gli stranieri a Milano, spiegare loro che devono difendere da soli i propri diritti. Questo non vuol dire che non si possa collaborare con altri partiti, ma se abbiamo la possibilità di fare da soli è meglio" aggiunge Shaari.

Il programma? “È in fase di realizzazione, ma la richiesta di costruire una grande moschea in città non è tra le nostre priorità. Riteniamo più urgente intervenire sul decreto sicurezza emanato dal ministro degli Interni, Roberto Maroni".

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10 novembre 2009 2 10 /11 /novembre /2009 21:57

 

.Roma - 10 novembre 2009 - "Oggi l'Italia non è soltanto degli italiani, è o dovrebbe essere sempre di più di coloro che la amano. Quindi, anche di coloro che vengono qui piccolissimi, che nascono qui, o coloro che dopo dieci anni di lavoro hanno il sacrosanto diritto di essere a pieno titolo cittadini italiani".

Lo ha detto ieri il presidente della Camera Gianfranco Fini, intervistato dal Tg1. “La mia idea – ha aggiunto - è quella di rendere possibile la cittadinanza con percorsi che siano più veloci, ma soprattutto derivino dalla adesione convinta dei nuovi italiani ai valori della nostra società".

Questa impostazione si ritrova anche nel
disegno di legge bipartisan presentato da Andrea Sarubbi (Pd) e da Fabio Granata (Pdl), firmato da diversi deputati della corrente finiana. Il ddl, che dovrebbe arrivare in Aula a dicembre, guarda alle seconde generazioni, dando molto più peso allo ius soli, e dimezza i tempi per le naturalizzazioni se sussistono determinate "garanzie" di integrazione.

La posizione del presidente della Camera non è però maggioritaria all’interno del Pdl, almeno secondo il
capogruppo al senato Maurizio Gasparri.  E la Lega Nord ha più volte levato gli scudi contro una riforma che renda meno severe le regole per diventare italiani.

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