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11 ottobre 2009 7 11 /10 /ottobre /2009 13:19

"Un tassello di un percorso di integrazione che deve essere reale e non formale". Per il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna, oggi ai microfoni di Radio Anch'io il voto agli immigrati ipotizzato dal presidente della Camera Fini è tutto questo.

"Per percorso di integrazione reale - ha spiegato Carfagna - si intende la possibilità che viene data all'immigrato, che però presuppone anche il suo senso di responsabilità nei confronti della società e quindi l'accettazione di tutti i doveri che derivano dall'essere cittadino italiano, deriva da un percorso di integrazione che permette veramente all'immigrato di accettare la nostra cultura, le nostre tradizioni, non perche' siano le migliori in assoluto, ma perché non permettono una serie di usanze e tradizioni che sono assolutamente lesive dei diritti umani delle donne, ma anche degli uomini e dei bambini". Ovviamente, ha aggiunto, "lo Stato deve mettere l'immigrato in condizione di integrarsi".
Quanto al multiculturalismo, il ministro ha messo in guardia contro il rischio di "segregazione dell'immigrato. E' sbagliato - ha detto carfagna - creare dei ghetti in cui gli immigrati non riescono a integrarsi. Bisogna puntare molto sulle nuove generazioni di immigrati, sull'alfabetizzazione, sull'istruzione. Bisogna, in sostanza, anche per le donne che vengono nel nostro Paese - ha concluso - far capire loro che possono utilizzare le battaglie che in Italia sono state condotta da donne coraggiose e determinate, che, venendo in Italia possono godere di pari diritti, di pari dignità e di pari opportunita' rispetto agli uomini, che possono non essere costrette a matrimoni forzati, a subire la pratica barbara delle mutilazioni genitali femminili, che possono studiare, istruirsi e andare a scuola o all'università come i maschi".

Lavoro
Il governo sta preparando un piano per migliorare e aiutare la conciliazione dei tempi di lavoro per le donne, ha detto ancora Carfagna ai microfoni di Radio Anch'io, precisando che si tratta di un progetto che sta mettendo a punto insieme al collega Maurizio Sacconi.

Il ministro, commentando i dati sulle retribuzioni piu' basse percepite dalle donne rispetto agli uomini, ha detto che spesso le lavoratrici "sono costrette ad abbandonare il lavoro o ad accettare mansioni inferiori" per far fronte agli impegni in casa. Il progetto governativo per migliorare i tempi di lavoro prevede il potenziamento dei servizi sociali all'infanzia (fra questi anche l'asilo nido condominiale) e orari flessibili per le donne. Cosi' - ha concluso Carfagna - "le donne non dovranno più rinunciare" o al lavoro o alla cura della famiglia.

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11 ottobre 2009 7 11 /10 /ottobre /2009 12:52

Roma,

Aumentano i cittadini stranieri residenti in Italia, che all'1 gennaio 2009 sono 3.891.295, il 6,5% del totale dei residenti: rispetto allo stesso periodo del 2008 sono
aumentati di 458.644 unita' (+13,4%), un incremento elevato ma inferiore a quello dell`anno precedente (+16,8%). Lo dice l'Istat, che ha presentato gli ultimi dati sulla popolazione straniera residente in Italia risultanti dalle registrazioni nelle anagrafi degli 8.101 comuni.

Nel 2008 l`incremento degli stranieri e' stato dovuto principalmente all'arrivo di immigrati dai paesi dell'Euorpa di nuova adesione, in particolare la Romania, di immigrati dai paesi dell`Est europeo non parte dell`Unione, di immigrati dal Marocco e da paesi asiatici come Cina, India e Bangladesh. In particolare, per questi ultimi due paesi l`incremento e' del 18,6%: come i paesi Ue di nuova adesione essi mostrano quindi ritmi di crescita sensibilmente superiori alla media nazionale.

Sul totale dei residenti di cittadinanza straniera quasi 519 mila sono nati in Italia (72.472 nel solo 2008). Secondo l'Istat gli stranieri nati nel nostro Paese sono un segmento di popolazione in costante crescita: nel 2001, in occasione del censimento,
erano circa 160 mila. Ora costituiscono il 13,3% del totale degli stranieri residenti e, non essendo immigrati, rappresentano una 'seconda generazione' in quanto la cittadinanza straniera e' dovuta unicamente al fatto di essere figli di genitori stranieri.
Complessivamente i minorenni stranieri sono circa 862 mila: la maggior parte di essi e' nata in Italia, mentre la restante parte e' giunta nel nostro Paese al seguito dei genitori. Oltre il 60% degli immigrati risiede nelle regioni del Nord, il 25,1% in quelle del Centro e il restante 12,8% in quelle del Mezzogiorno.

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7 ottobre 2009 3 07 /10 /ottobre /2009 21:34


 
FLAVIA AMABILE 
 

Arresto in flagranza, reclusione fino a 2 anni e una multa fino a 2mila euro. Questo rischierà chi «in ragione della propria affiliazione religiosa» indosserà in pubblico indumenti che rendono «impossibile o difficoltoso il riconoscimento», se sarà approvata la proposta di legge presentata alla Camera dal gruppo della Lega Nord.

Il testo, di fatto, chiede di vietare l’uso di burqa e nijab, ma senza menzionarli esplicitamente, come invece fa la proposta a firma Souad Sbai già all’esame della commissione Affari costituzionali.

La Lega evita di riferirsi in modo esplicito ai due indumenti islamici per non aprire una guerra di religione, ha fatto capire il capogruppo Roberto Cota nel presentare a Montecitorio la proposta di legge. «Il nostro è un testo equilibrato», ha sottolineato. L’obbiettivo è far sparire dalla legge che nel 1975 proibì di indossare in un luogo pubblico il casco o qualsiasi altro mezzo che nasconda il viso la postilla «senza giustificato motivo».

Proprio a quelle tre parole hanno fatto riferimento i prefetti che negli anni hanno fanno saltare le ordinanze emanate dai sindaci per vietare il burqa nel territorio del proprio comune. Fu il caso di Treviso, nel 2007. «Questa non è una proposta di legge contro qualcuno e nemmeno contro una religione», ha assicurato Manuela Dal Lago, «vogliamo solo fare sì che non vi siano giudizi di carattere diverso a seconda dell’interpretazione della legge» e «rendere tutte le persone che si trovano sul territorio italiano uguali».

«Vogliamo fare chiarezza sulla norma attuale», ha spiegato Carolina Lussana precisando che nella lista dei «mezzi» che impediscono di identificare le persone vanno inseriti anche kefiah, foulard o passamontagna che nascondono il viso. La legge, se e quando sarà approvata, non sarà ovviamente applicata per feste pubbliche come il carnevale. «Per queste vale un regio decreto del 1931», ha assicurato Cota.

La proposta è stata accolta piuttosto tiepidamente anche all’interno della maggioranza (che comunque ha già presentato una proposta simile da parte della deputata del Pdl Souad Sbai(forse non musulmana)). Benedetto Della Vedova, anche lui del Pdl, ricorda che: «per dire forte e chiaro ’no’ al burqa, occorre dire forte sì all’integrazione. Diritti e doveri vanno insieme». Margherita Boniver, del Pdl e presidente del comitato Schengen, la riteien una proposta inutile: «Spetta ai comuni, infatti, in prima battuta e alle forze dell’ordine far osservare la legge in Italia, che vieta di girare mascherati celando la propria identità. Tra l’altro basterebbe fare applicare la legge che già esiste per evitare il penoso spettacolo di esseri umani costretti a cancellare il proprio volto».

 

Del tutto contrario il Pd. «È una norma incostituzionale che lede la libertà religiosa e sono del tutto strumentali i richiami all`ordine pubblico. La verità è che si vuole colpire gli immigrati islamici nel loro intimo», denuncia la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti.
 

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2 ottobre 2009 5 02 /10 /ottobre /2009 13:12
  Notizia Fonte Data
Sono 294.744 le domande di emersione per lavoratori extracomunitari pervenute al ministero dell’Interno

Rispettate le previsioni del Governo che stimava in 300.000 il numero di soggetti interessati

Alle ore 24 del 30 settembre sono pervenute al ministero dell’Interno 294.744 domande di emersione per lavoratori extracomunitari.
Sono state pienamente rispettate, quindi, le previsioni del Governo che stimava in 300mila il numero ...
 Ministero Interno 02/10/2009
Prefettura di Agrigento

Semplificare le procedure e potenziare i servizi per l'immigrazione: siglati due protocolli

Per semplificare le procedure e rendere più efficaci le verifiche dei documenti che riguardano ai flussi di ingresso e alle procedure di emersione dal lavoro irregolare di cittadini comunitari, è stato sottoscritto ieri ...
 Ministero Interno 02/10/2009
Colf e badanti

Apre a Macerata la nuova sede distaccata dello Sportello unico per l'immigrazione

L’Amministrazione provinciale di Macerata metterà a disposizione dello Sportello Unico per l’Immigrazione una sede distaccata temporanea che consentirà ai cittadini e alle famiglie di raggiungere più ...
 Ministero Interno 02/10/2009
Nuova procedura di convocazione per i rilievi fotodattiloscopici.

Dal 14 Settembre e dal 21 Settembre 2009 altre 38 Questure sperimentano la nuova procedura di convocazione per i rilievi fotodattiloscopici.

Lo scorso mese di aprile il Ministero dell’Interno ha avviato in via sperimentale, nelle aree provinciali facenti capo alle Questure di Firenze, Siena e Viterbo, una nuova procedura relativamente alle modalità di convocazione ...
 Redazione 01/10/2009
Immigrazione: Regolarizzazione Colf e Badanti

Scadenza termini presentazione domanda


Si ricorda che il termine ultimo di presentazione delle domande di emersione dal lavoro irregolare di cittadini extracomunitari, addetti all’attività di assistenza alla persona o al lavoro domestico, è la mezzanotte ...
 Redazione 30/09/2009
Immigrazione - Protocollo ANCI-Interno, cresce la Rete per l’assistenza ai cittadini stranieri

Secondo i dati aggiornati al 15 settembre 2009, sono 357 gli sportelli attivi, e più di mille i Comuni che hanno aderito

MILANO - Quasi il 26% degli stranieri residenti in Italia vive in un Comune in cui è attiva la Rete di assistenza dei Comuni per la compilazione elettronica della modulistica. E’ quanto risulta dai dati raccolti ed elaborati ...
 Anci 30/09/2009
Prefettura di Cremona

Riunione su Immigrazione e sicurezza

Sulle procedure di emersione del lavoro irregolare di colf e badanti si è svolta, in prefettura di Cremona, una riunione del Consiglio territoriale per l’immigrazione, presieduta dal prefetto Tancredi Bruno di Clarafond. ...
 Ministero Interno 30/09/2009
Immigrazione - Protocollo ANCI-Interno, cresce la Rete per l’assistenza ai cittadini stranieri

Secondo i dati aggiornati al 15 settembre 2009, sono 357 gli sportelli attivi, e più di mille i Comuni che hanno aderito

MILANO - Quasi il 26% degli stranieri residenti in Italia vive in un Comune in cui è attiva la Rete di assistenza dei Comuni per la compilazione elettronica della modulistica. E’ quanto risulta dai dati raccolti ed elaborati ...
 Anci 28/09/2009
Immigrazione - Zanonato: "Servono strumenti economici e normativi, più patto non belligeranza nella politica"

"Esigere il rispetto della legalità, ma procedere anche sul terreno dei diritti: cittadinanza agli stranieri nati in Italia"

MILANO - Per affrontare il fenomeno dell’immigrazione le città devono “governare processi complessi. E’ fondamentale, dunque, non solo attuare politiche avanzate di integrazione, ma anche avere gli strumenti ...
 Anci 28/09/2009
Immigrazione - Amato: “Per l’integrazione serve un adattamento reciproco tra il paese che ospita e lo straniero”

L'ex Ministro dell'Interno parla anche dell'approccio globale adottato dal 2005 dal Consiglio europeo

MILANO – “Considerare l’immigrazione come una carta per la politica europea”. Per l’ex Ministro dell’Interno, Giuliano Amato, intervenuto alla Seconda Conferenza Nazionale sull’Immigrazione, ...
 Ministero Interno 28/09/2009
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30 settembre 2009 3 30 /09 /settembre /2009 21:45
 

E partiva l’emigrante con due o tre pacchi di riviste e con la fotografia di Bice, bella come un'attrice”, cantava Rino Gaetano in una sua celebre canzone degli anni Settanta. Sono passati poco più di trent’anni e i nostri non emigrano più, ma in compenso sono i nordafricani che immigrano da noi, e l’Italia terra di esodi (verso l’America, l’Australia, l’Argentina e nel dopoguerra la Germania e il Belgio) si è ritrovata a subire una invasione di gente in cerca di un’occasione di vita almeno decente. Fare il salto della barricata, passare da “esportatori” di braccia a “importatori” in meno di trent’anni è una situazione che crea per forza brutte ripercussioni anche nei paesi più evoluti.
Ad esempio la Francia, che in tema di integrazione ha una storia diversa e più lunga della nostra, è ancora oggi oggetto di rigurgiti xenofobi e antirazziali. In Italia, dove il problema del razzismo non si era mai posto per il semplice fatto che mai c’era stato un casus belli, la situazione si è aggravata subito, complice la mancanza ovvia della cultura in proposito. E così, se da una parte gli sbarchi degli immigrati clandestini ci bersagliano da ogni parte, Albania e Nord Africa, si è assistito ad un immobilismo ondivago (talvolta vagamente tollerante e talvolta a parole restrittivo) dei nostri governi. E così oggi siamo in fase di “repressione ma è meglio non dirlo”, a parole vogliamo menare ma poi si scendono i pantaloni davanti a chi ci fornisce gas per mandare avanti la nostra economia. E intanto gli emigranti, come formiche su un barattolo di miele, in verità ormai bello che esaurito, continuano ad arrivare.
Quello che stupisce e veramente fa pensare che per noi esiste un futuro, è che a dispetto della politica l’arte di arrangiarsi della nostra gente, il rispetto dell’ospite, retaggio culturale della nostra latinità, alla fine ha il sopravvento e in un modo o nell’altro queste persone senza un futuro, in bilico sul baratro del rimpatrio, in balia di organizzazioni criminali senza scrupoli, vengono aiutate almeno a sopravvivere.
Esistono poi quelli che una sistemazione vera l’hanno trovata in Italia, sono quelli che lavorano nelle nostre aziende, sono i regolari, quelli che hanno preso in anni non sospetti i posti che gli italiani figli del boom non volevano occupare. Hanno famiglie in Italia, i loro figli frequentano le nostre scuole, ma è difficile per loro trovare delle case in affitto, difficile integrarsi pienamente nella nostra società.
Nel Fermano, ad esempio, ma il fenomeno è tipico di ogni altro luogo in cui vi siano immigrati, si assistono a fenomeni di ghettizzazione, dove abitanti di una certa etnia vivono raggruppati in un determinato quartiere occupando via via gli appartamenti disponibili. Si parla con facilità di degrado della vita sociale di un quartiere, ma a parte le considerazioni sociologiche quello su cui riflettere è che spesso questi fenomeni sono indotti, nel senso che esiste un passaparola fra immigrati quando un affittuario decide di dare le case ad extracomunitari. E se le persone che affittano non sono tante, quelle che lo fanno spesso danno appartamenti a costi salati e per poter pagare gli affitti le case degli immigrati sono piene spesso all’inverosimile di persone.
Come sappiamo da tempo la situazione degli alloggi nel campo dell’edilizia popolare è quella che è, non ci sono case nemmeno per gli italiani e le code per averne una sono lunghissime, quindi anche questa via per garantire a chi lavora ed è in regola con la legge una vita dignitosa non sembra a tutt’oggi praticabile.
Ultimo capitolo quello dell’integrazione: c’è, ed è vero, un abisso culturale che ci divide, specie quello tra noi e le popolazioni del nord Africa. Risultato: un isolamento generalizzato delle comunità degli stranieri e una esclusione, salvo rari casi, dalla vita sociale e politica del territorio.
Chiudere le porte serve solo a stare da soli e a morire su se stessi, la vita è relazione, scambio di idee, le idee altrui ne generano nuove in noi. Il mondo è diventato fisicamente sempre più piccolo, si parla di villaggio globale, sono cambiati tanti modi di affrontare e misurare le cose: è ora di cambiare anche l’assioma tanto caro nelle nostre terre “Se ho sono, se non hai non conti niente” perché, per buona pace di coloro che credono in questo, quelli che non hanno, è bene ricordarlo, sono miliardi mentre gli altri sono pochini pochini.

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30 settembre 2009 3 30 /09 /settembre /2009 00:44

Il presidente della Camera insiste sulla cittadinanza agli stranieri regolari dopo 5 anni. Tremonti: giusto, ma i tempi non sono adeguati. Maroni attacca la Ue e viene fischiato alla Cattolica di Milano. La Ue: non commentiamo, ma l’ultimo presidente della commissione era l’italiano Frattini.... I pm chiedono la tutela al Csm dopo le denunce contro il procuratore Caselli e altri pm

IMMIGRATI, MARONI: LA COMMISSIONE UE HA AGITO POCO E MALE MILANO
“La Commissione Europea ha agito poco e male”: non ha usato mezzi termini il ministro dell’Interno Roberto Maroni nel suo intervento alla seconda conferenza sull’immigrazione, dove “grande assente” seppur invitata è proprio l’istituzione di Bruxelles. In materia di immigrazione, ha detto il ministro Maroni, “l’Unione europea ha sempre avuto una voce flebile e poco autorevole, lasciando ai singoli Paesi l’onere di gestire per conto loro la questione”. Così “i paesi di confine - ha proseguito - hanno dovuto definire politiche nazionali inefficaci e sempre in ritardo di fronte a un fenomeno in crescita”. “Ma soprattutto, ed è più grave - ha aggiunto - in competizione fra loro”. Fischi e contestazioni alla Cattolica di Milano dove il ministro ha ribadito i suoi concetti. contestazioni al suo intervento.

SCONTRO CON I MAGISTRATI: AL CSM RICHIESTA PRATICA TUTELA PER PM
L’apertura di una pratica a tutela dei magistrati che hanno sollevato la questione di costituzionalita’ per il reato di clandestinita’ e’ stata chiesta al Csm dal togato di Magistratura democratica,Livio Pepino, dopo le accuse del ministro Maroni ai magistrati di non applicare la legge. Le dichiarazioni del ministro Maroni costituiscono un’ ‘indebita pressione tesa a turbare il sereno e indipendente esercizio della giurisdizione’. E’ quanto scrive il consigliere del Csm, Livio Pepino nella sua richiesta di apertura di una pratica a tutela dei pm che hanno eccepito la costituzionalita’ del reato di immigrazione clandestina e dei giudici che sulla questione dovranno pronunciarsi. Tali dichiarazioni - aggiunge il magistrato -si inseriscono in un clima di diffusa (e, ovviamente, legittima) critica, ad opera di alcune parti politiche, nei confronti dei pubblici ministeri che hanno chiesto al giudice di pace di sollevare questioni di legittimita’ costituzionale sul punto’.Secondo Pepino ‘non puo’ sfuggire, peraltro, la particolarita’ delle dichiarazioni del ministro, componente di un governo che, attraverso il guardasigilli ha, tra l’altro, la competenza in materia disciplinare. Questa particolarita’, insieme ai toni delle dichiarazioni, conferisce alle stesse un evidente carattere di indebita pressione tesa a turbare il sereno e indipendente esercizio della giurisdizione’.

COMMISSIONE UE: NON COMMENTIAMO PAROLE MARONI
La Commissione Ue non intende commentare le parole del ministro Roberto Maroni, che oggi ha accusato l’esecutivo comunitario di aver agito “poco e male” sulla questione dell’immigrazione. “Non facciamo commenti su ciò che ha detto il ministro Maroni”, ha detto Eva Haczyk, uno dei portavoce di Bruxelles, interpellata dall’Ansa ricordando però che l’ultimo presidente dell’apposita commissione era un italiano, Frattini.

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28 settembre 2009 1 28 /09 /settembre /2009 12:28

Cliccando su ognuno degli argomenti di seguito elencati è possibile visualizzare una serie di domande e di risposte che chiariscono meglio determinati aspetti della normativa sull'immigrazione, relativamente al mercato del lavoro.

file pdf Previdenza e fisco

file pdf Documenti di soggiorno

file pdf Lavoro

file pdf Circolazione nell’Unione Europea

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26 settembre 2009 6 26 /09 /settembre /2009 21:27
Immigrati: colti, bilingue, almeno due figli Di noi dicono:"Italiani brava gente" Sono 620 mila i bambini figli di stranieri nati in Italia Il nostro disagio nasce da carenza di servizi e insicurezza Il ministro dell'Interno Giuliano Amato ROMA - Istruzione medio-alta, conoscenza di due-tre lingue, tre su quattro hanno un lavoro. E sono 620 mila i bambini figli di stranieri nati e residenti in Italia. Per una volta c'è un'indagine all'incontrario che fotografa la realtà dei tre milioni di stranieri che vivono ufficialmente in Italia. Non solo cioè crimini, carcere, devianza e clandestini ma famiglie numerose, laboriose, che cercano di migliorare e migliorarsi e che se per il 55 per cento vorrebbe avere la cittadinanza italiana, il restante 40 per cento sogna di tornare prima o poi a casa. Sono i punti principali dell'indagine sugli immigrati che è stata voluta dal ministro dell'Interno Giuliano Amato, eseguita dalla società Makno e presentata stamani alla Camera dei deputati dal ministro e dal sottosegretario Marcella Lucidi. La ricerca si basa su interviste a mille italiani e 2000 immigrati. Il livello di istruzione e la conoscenza dell'italiano - Una quota "consistente" tra gli immigrati è composta da persone dotate di un'istruzione "medio-alta" e una quota notevole ha istruzione "superiore". Inoltre Il 27 per cento degli immigrato parla italiano in casa e il 30 per cento parla italiano con i figli. Tre su quattro ritengono di saper parlare "molto o abbastanza bene l'italiano" e il 60 per cento conosce anche francese o inglese. Il lavoro - Tre su quattro hanno dichiarato di avere un lavoro mentre il 25 per cento (soprattutto studenti e casalinghe) è in cerca di un lavoro. Tra chi ha un'occupazione "la maggior parte" ha un contratto regolare; il 25 per cento è pagato a ore, il 16% svolge un'attività autonoma. La stima dei lavoratori a nero è di circa 76 mila. Le occupazioni più diffuse sono operaio, badanti, colf a ore, cameriere. Tra quelle autonome: negoziante, ristoratore e artigiano. Il 35 per cento non risponde alla domanda quanto guadagni al mese; una reticenza analoga arriva anche dal campione degli italiani. Il 10 per cento sostiene che il proprio guadagno dipende "da quanto lavoro riesce a trovare". Significa che circa 150 mila vivono in una condizione di incertezza di reddito. Sul fronte della retribuzione mensile nessuno degli intervistati ammette di andare oltre i mille e cento euro. I più si attestano tra gli 800 e i 1.100. Il 15 per cento dichiara di non avere praticamente tempo libero durante la settimana. Casa - Il 44 per cento degli immigrati vive con la propria famiglia che diventa "un fattore di stabilizzazione", qualcosa che mette ordine. Il 30 per cento divide la casa con amici o parenti; il 17 per cento con altre persone e il 10 vive da solo. La cittadinanza - Ci sono bambini - uno o due - in tre famiglie su quattro. Più della metà degli immigrati (il 53%) ha figli nati in Italia: in tutto sono 620 mila, il numero che ha fatto aumentare le nascite in Italia. Il 55 per cento è interessato ad avere la cittadinanza, soprattutto sudamericani e africani. Il 20% non è interessato e dice che prima o poi tornerà a casa. Il 25% è indeciso. Cosa pensano loro di noi - La sintesi è il titolo di un film: "Italiani brava gente". Alla domanda cosa pensano gli immigrati degli italiani le risposte più frequenti sono state: "brava gente"; "ti aiutano se capiscono che sei sincero"; "sono attenti all'educazione dei figli"; "rispettano gli anziani"; "non capiscono la cultura e le tradizioni del mio paese". Cosa pensano gli immigrati degli immigrati - tre le risposte più frequenti: "preferiscono stare tra gente dello stesso paese"; "si impegnano a imparare la lingua"; "non capiscono che bisogna rispettare le leggi italiane". Gli italiani e l'immigrazione - Il 55,9 per cento degli italiani ha un atteggiamento di apertura nei confronti degli immigrati. Il 25,2% ha un atteggiamento di chiusura convinta e il 18,9% di chiusura problematica. Il sentimento di ostilità nasce dal fatto che "la presenza di altri utenti ha peggiorato la qualità dei servizi, la disponibilità degli alloggi e la qualità dei trasporti". Più che un problema di razzismo l'ostilità sembra quindi nascere da una percezione di peggioramento della propria qualità della vita. A questo si aggiungono, peggiorando la situazione, "la questione sicurezza, e l'associazione di idee immigrazione-clandestinità-illegalità. Del tutto assenti, nell'immaginario degli italiani, gli altri volti dell'immigrazione: quella che lavora, produce e contribuisce al bilancio dello Stato. Non riusciamo ad avere memoria di quello che siamo stati noi neppure un secolo fa.
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26 settembre 2009 6 26 /09 /settembre /2009 13:40
Mezzi di sostentamento per turismo, studio e lavoro autonomo.
I cittadini stranieri che vengono in Italia per un breve periodo (es. visite, affari, turismo) e coloro che fanno ingresso per motivi di studio devono dimostrare di avere, tra gli altri requisiti, i mezzi finanziari sufficienti al proprio sostentamento per la durata del soggiorno sul territorio nazionale. Si tratta di un requisito essenziale che deve essere dimostrato sia quando si richiede il visto presso l’Ambasciata italiana che al momento dell’ingresso in Italia quando si richiede (tramite kit postale) il permesso di soggiorno o si dichiara la propria presenza nel nostro Paese (per gli ingressi fino a 90 giorni). Tale regola vale anche per i cittadini stranieri esentati dall’obbligo del visto.

Ingressi breve durata (massimo 90 giorni)
Il cittadino extraue che giunge in Italia, ad esempio per una breve vacanza, deve disporre di adeguati mezzi economici necessari al suo sostentamento durante il soggiorno sul territorio nazionale. Il Ministero dell’Interno con la Direttiva del 1.3.2000 ha stabilito la misura richiesta in base alla durata del soggiorno, che comunque non può superare 3 mesi. La cifra che deve essere garantita varia a seconda del tempo che si vuole restare in Italia. Ecco la tabella:

Tabella per la determinazione dei mezzi di sussistenza richiesti per gli ingressi sul territorio nazionale (affari, gara sportiva, motivi religiosi, studio, transito, trasporto, turismo)




La disponibilità di adeguate risorse economiche può essere dimostrata, dal cittadino extraue, in diversi modi, cioè mediante l’esibizione di denaro contante, di equivalenti titoli di credito (assegni o traveller’s cheque), di fideiussioni bancarie, di polizze fideiussorie (bancarie o assicurative), di titoli di servizi prepagati o di atti comprovanti la disponibilità in Italia di fonti di reddito.
Attenzione
In alcuni casi le Ambasciate italiane, ai fini del rilascio del visto, richiedono esclusivamente l’esibizione di una polizza fideiussoria bancaria o assicurativa a garanzia delle somme richieste. Quando il cittadino straniero non dispone di mezzi propri adeguati, è possibile che colui che lo invita stipuli una fideiussione bancaria o una polizza fideiussoria a suo nome.

Ingressi per studio
I cittadini stranieri che intendono venire in Italia per seguire un corso di studi o per frequentare l’Università, devono dimostrare di avere le risorse sufficienti a garantire il loro sostentamento durante il soggiorno previsto.
Quando la durata del corso di studi non supera i 3 mesi la misura dei mezzi di sostentamento richiesta in relazione alla durata del soggiorno in Italia, è quella prevista dalla Tabella allegata alla Direttiva del Ministero dell’Interno del 1.3.2000.
Se la durata è superiore a 3 mesi lo studente extraue deve dimostare di possedere l’importo mensile dell’assegno sociale (per il 2009 è pari ad Euro 409,05) moltiplicato per la durata del corso di studi. I cittadini extraue che intendono frequentare le Università italiane, invece, devono dimostrare di avere dei mezzi di sostentamento in misura non inferiore a € 350,57 per ogni mese di durata dell’anno accademico (Decreto interministeriale 20 novembre 2001, pubblicato in G.U. n. 283 del 5.12.2001).
In tutti i casi la disponibilità economica può essere comprovata mediante garanzie economiche personali o fornite da Istituzioni ed Enti italiani o da Istituzioni ed Enti stranieri considerati affidabili dalla Rappresentanza diplomatica italiana (c/c bancari, fideiussioni bancarie, polizze fideiussorie bancarie o assicurative, ecc.)

Ingresso per lavoro autonomo
I cittadini extraue che intendono venire in Italia per svolgere lavoro autonomo, se possiedono i requisiti di legge, possono fare apposita richiesta di nulla osta al lavoro autonomo alla Questura competente solo successivamente alla pubblicazione del decreto flussi, che riserva alcune quote a tali ingressi.
Tra gli altri requisiti previsti dalla legge, il cittadino extraue deve disporre di un reddito annuo, proveniente da fonti lecite, di importo superiore al livello minimo previsto dalla legge per l’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitari (€ 8.400). La dimostrazione della disponibilità economica può essere fornita con l’esibizione di denaro contante, c/c bancari, titoli di credito, fideiussioni bancarie o polizze fideiussorie o con ogni altro documento utile a dimostrare le fonti di reddito.

Rosanna Caggiano
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26 settembre 2009 6 26 /09 /settembre /2009 00:37
di Bruno Benelli
ROMA (31 agosto) - Dal 1° settembre si può presentare la domanda di condono per regolarizzare la posizione di colf e badanti (modello EM per lo sportello unico per l’immigrazione e modello LD-EM2009.UE per l’Inps). Un’opportunità per chi ha in casa una collaboratrice domestica non in regola, anche extracomunitaria clandestina.

Con il condono si mette una pietra sul passato, si evitano sanzioni civili e amministrative e si sfugge a eventuali reati penali. Quanto costa l’operazione? Il cartellino del prezzo (molto scontato) segna 500 euro. Ma la voglia, e l’opportunità, di mettersi in regola non deve essere strozzata e annullata dagli adempimenti burocratici da porre in essere per giungere al traguardo. I dubbi sulla correttezza delle operazioni sono tanti. Chiariamo quelli di più vasta portata, quelli sui quali ognuno va a sbattere la testa, allorché decide di pagare l’una tantum e, poi, presentare la domanda.

Il costo. Chi deve pagare i 500 euro e che fine fanno i soldi?
Deve pagare solo il datore di lavoro: colf e badanti non devono partecipare alla spesa. I soldi servono per rimborsare le spese di gestione dell’operazione (dietro le quinte del condono c’è un grosso sforzo organizzativo che costa danaro e tempi di lavorazione) e per dare i contributi Inps alla colf/badante per il periodo aprile-giugno 2009. Il pagamento va fatto con il modello F24, che può essere prelevato presso gli sportelli (o nei relativi siti internet per chi è abituato a usare i mezzi informatici) dell’Inps, delle agenzie delle entrate, delle banche, degli uffici postali, delle società Equitalia. Si paga alla posta, in banca, presso le esattorie.

Il pregresso. E' possibile regolarizzare il lavoro svolto prima di aprile 2009?
E’ possibile. Se il datore di lavoro nella domanda dichiara che la colf/badante lavora, ad esempio, dal 1° gennaio 2006, l’Inps - una volta che la domanda è andata a buon fine - chiederà a parte i soldi necessari per mettere in regola il periodo da gennaio 2006 a marzo 2009. Per questo periodo si seguiranno le regole generali: la misura dei contributi sarà quella relativa alla misura della paga oraria. In ogni caso il datore di lavoro deve limitarsi per il momento a pagare solo i 500 euro. Sarà l’Inps a farsi vivo chiedendo all’interessato di compilare uno specifico modulo (mod. LD 15-ter) per la regolarizzazione dei periodi precedenti: si va indietro per un massimo di cinque anni.

Il tetto. Quante colf e badanti possono essere messe in regola?
Chiariamo bene perché su questo argomento si fa grande confusione. Se stiamo parlando di persone di nazionalità italiana, oppure dell’Unione europea o di cittadini extracomunitari in regola con il permesso di soggiorno, non c’è alcun limite. Si possono regolarizzare anche dieci persone. Se invece si tratta di extracomunitari irregolari la legge mette un freno: si può sanare la posizione di una sola colf e al massimo di due badanti. Il datore di lavoro dovrà presentare la certificazione che attesti la disabilità o handicap della persona da accudire.

Il reddito. Quali sono i limiti di reddito per chiedere il condono?
I limiti di reddito sono chiesti esclusivamente per la colf extracomunitaria irregolare. Perciò chi fa lavorare colf/badanti italiane e comunitarie, oppure badanti extracomunitarie regolari o irregolari, non deve dichiarare il reddito. I limiti sono: a) 20 mila euro se è solo il datore di lavoro ad avere in famiglia un reddito; b) 25 mila euro se in famiglia entrano due o più redditi (genitori, figli, coniuge, ecc. con la stessa residenza). Nel reddito complessivo 2008 vanno inseriti anche quelli non soggetti a fisco (ad esempio: pensione sociale, di invalidità civile, ecc.).

Il minimo. Quali vincoli di orario e di salario è necessario rispettare?
Occorre rispettare i minimi salariali previsti dal contratto nazionale di lavoro in relazione all’inquadramento della colf/badante. Per le persone extracomunitarie in particolare occorre pattuire un lavoro non inferiore a 20 ore settimanali e una retribuzione comunque non inferiore a 409,05 euro al mese (è la misura dell’assegno sociale Inps), in pratica 4,75 euro l’ora. Attenzione però: sempre per gli extracomunitari il datore di lavoro deve garantire: 1) una idonea sistemazione alloggiativa della colf/badante, in regola con le norme igieniche di Asl e comune; 2) il pagamento delle spese di viaggio per il rientro definitivo della lavorante nel paese di provenienza.

Il bollo. La marca da bollo è necessaria per qualsiasi regolarizzazione?
No, solo quella relativa agli extracomunitari irregolari, in sostanza quella che si perfeziona presso lo sportello unico per l’immigrazione. Per gli altri lavoratori la domanda va presentata all’Inps e per questi non c’è bisogno di marca da bollo. E’ consigliabile acquistare subito la marca da 14,62 euro, (tabaccaio, ufficiali giudiziari, venditori di bollati) anche se si deve portare agli uffici solo al momento della convocazione, in quanto nel modulo di domanda è necessario trascrivere il numero del codice a barre del bollo. Chi non lo indica perché ritiene di poter acquistare la marca solo nel momento in cui si reca allo sportello rende imperfetta la domanda.
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